|
FESTA TEATRO RAGAZZI
IVª edizione
VIGOLO VATTARO (Trento) Piazzale dell'Oratorio
|
Programma
Data
|
Spettacolo
|
Compagnia
|
8 agosto 1996
|
Cercasi Signo Oz!
|
Filodrammatica di Vigolo Vattaro (Trento)
|
9 agosto 1996
|
Peter Pan
|
Teatro d'Artificio (Milano)
|
10 agosto 1996 |
Gran Circo dei burattini
|
Teatro Pirata di Jesi (AN)
|
11 agosto 1996
|
Bertoldo in festa
|
Teatro dell'Arca (Forlì)
|
Siamo arrivati alla IV edizione della "FESTA TEATRO RAGAZZI" organizzata dalla Filodrammatica di Vigolo Vattaro in collaborazione con la Co.F.As. La manifestazione ha fin qui riscosso i favori del pubblico che è accorso numeroso ed è stato coinvolto nella magica atmosfera di fantastiche storie interpretate sotto le stelle. Le compagnie partecipanti ci hanno regalato il meglio del loro repertorio trascinate anch’esse nel clima “speciale” di uno spazio inedito dedicato espressamente al mondo del Teatro per ragazzi. Anche quest'anno gli spettacoli, già collaudati a livello nazionale, divertiranno non solo i ragazzi, ma il pubblico di ogni età: Il "Teatro d'Artificio", ormai veterano della manifestazione, presenta un "Peter Pan" fuori dagli schemi; il "Teatro Pirata" propone un grande spettacolo di Circo realizzato con i burattini; il "Teatro dell'Arca" partecipa con un entusiasmante ed esilarante "Bertoldo in festa". Inoltre, per la prima volta alla "FESTA TEATRO RAGAZZI", la nostra Filo propone un proprio spettacolo, interamente ideato e realizzato dal gruppo degli attori più giovani. Ringraziamo di cuore tutte le persone, gli enti, le associazioni e le ditte che hanno collaborato in qualche modo alla realizzazione di questa manifestazione. Auguriamo a tutti "Buon divertimento".
La direzione della Filodrammatica di Vigolo Vattaro
FILODRAMMATICA di Vigolo Vattaro (Trento) CERCASI SIGNOR OZ Testo del gruppo Con: Olena, Valentina, Monica, Michele, Flavio, Dario, Romina, Alessandra, Angela D., Rosanna, Fiorenza, Silvia, Sara, Angela B., Serena e Cristina
Regia di Rosella e Tiziano Musiche di Mirco Costumi del gruppo Scene di Paolo e Tiziano Trucco: Elena e Elisabetta Luci di Bepi Datore luci: Matteo Datore musiche e rumori: Tiziano
Doroty è una ragazza come tante, vive in una realtà che le sta stretta, pur avendo tutto non è contenta, è stufa della vita. Un giorno accade qualcosa di imprevisto e Doroty si trova improvvisamente in un altro mondo.
Qui incontra via via alcuni tipi strambi: Spaventone, Leonzio e Bandolone, tutti alla ricerca di qualche cosa.
Tra avventure, peripezie, pericoli stanno per giungere dal Signor Oz, il quale è in grado di dare a ciascuno quello che cerca.
Ma ecco un altro colpo di scena e il finale è tutto da scoprire.
Questo lavoro è stato scritto interamente dal gruppo degli attori più giovani della Filo di Vigolo Vattaro, che dopo aver letto la storia del Mago di Oz, ha pensato di trasferirlo nella realtà attuale. Ne è nato un testo brioso in cui i flash di realtà si intersecano con la fantasia. La messinscena ricca di effetti di luce e sonori contribuisce a rendere lo spettacolo divertente e allo stesso tempo aiuta lo spettatore bambino o adulto che sia a entrare nella storia, a immedesimarsi con i personaggi che rappresentano ognuno di noi, con i difetti, i pregi, le ansie e i desideri. Essi scoprono piano piano che tutto questo se non è vissuto come obiezione può essere valorizzato dentro una compagnia che rende più bella la vita.
Compagnia "TEATRO D'ARTIFICIO" di Milano PETER PAN Di Roberto Abbiati e Bano Ferrari Con Roberto Abbiati, Bano Ferrari e Carlo Pastori
Regia di Bano Ferrari Musiche di Carlo Pastori
PETER PAN non vuole diventare grande, non vuol vivere nel mondo dei grandi, preferisce starsene, bello bello, nel suo mondo, sul1’isola che non c’è. Ma non può passare tutta la vita a giocare a fare la guerra con il feroce Capitan Uncino. Il terribile Capitan Uncino, che sta lì sull’isola in compagnia di pirati, indiani, bestie feroci. Sull’isola dove abita il simpatico coccodrillo che s’è mangiato un orologio a cucù in un solo boccone. Tic-tac, tic-tac..... Non si può passare tutta le vita a giocare, piccolo! La vita passa tic-tac, tic-tac..... Peter, prima o poi dovrai tornare dalla tua mamma, anche perché sull’Isola che non c’è la vita è pericolosa, guerre, battaglie, avventure a perdifiato. Peter la realtà è a casa tua, tra le quattro mura pitturate di azzurro, con il quadro del nonno, la pianta della mamma o le ciabatte del papà. Peter, corri. Peter, scappa. Il Capitano è molto arrabbiato con te. Il Capitano non ha la mamma. In fondo in fondo non gli dispiacerebbe averne una. Me lui non ce l’ha, forse è per questo che è tanto cattivo. Cattivissimo. Affila tutti i giorni la sua spada, si vuole infilzare quel moccioso di Peter. Peter che gli tagliò la mano e la diede in pasto al coccodrillone. Peter e i bambini sperduti risero per una settimana intera. Uncino, l’uncino del Capitano. Il desiderio di tutti noi bambini è quello di non crescere, ma prima o poi bisogna farlo, qualcosa spinge dentro di noi perché lo si faccia. In fondo non è male diventare grandi, basta farlo con semplicità, senza fretta e senza arrivare in ritardo. Così, prendendo le cose come arrivano. Una dopo l’altra. E stiamo tranquilli, se non lo cacciamo via, Peter Pen resta ancora dentro di noi. Se lo vogliamo, si può ancora giocare.
COMPAGNIA "TEATRO PIRATA" di Jesi (AN) GRAN CIRCO DEI BURATTINI Ideazione e regia di Diego Pasquinelli, Francesco Mattioni e Silvano Fiordelmondo Scenografia di Marina Montelli
Due forme di spettacolo popolare e di piazza si fondono insieme per far divertire il pubblico dei bambini. Ecco il Circo con la pista di sabbia, l'orchestra, gli animali feroci, i trapezisti, i clowns, gli equilibristi, gli acrobati, i nani, ecc. tutti chiusi all'interno della Baracca dei burattini, essi stessi attrazione. Il boccascena e la pista, così distanti tra loro eppure originati entrambi dal Teatro Nomade, con gli stessi itinerari e lo stesso modo di proporsi per le strade, destinati forse, alle soglie del duemila, tra realtà virtuale e satelliti, ad estinguersi. Lo spettacolo segue una scaletta di numeri e gags non privi di improvvisazioni, errori, tentativi, vittorie e sconfitte; il tutto condito con l'ironia tipica dei burattini. Il trucco c'è e si vede perché non è “vero” Circo ma non per questo è meno credibile; monsieur Loyale, Rhum e Jean i clowns, Sergej Dimitri Pugaciof il trapezista, la Donna Ercole, Vittorio il domatore di pulci, sono gli artisti di punta della Troupe che si susseguono nella pista proponendo i loro numeri, le loro abilità, la loro comicità. Quindi, squillino le trombe e rullino i tamburi, ha inizio il “Gran Circo dei Burattini” per rapire l'attenzione e strappare l'applauso dei bambini presenti e, perché no, anche agli adulti che gli accompagnano.
Compagnia "TEATRO DELL'ARCA" di Forlì BERTOLDO IN FESTA Liberamente tratto da “Le sottilissime astuzie di Bertoldo” di G. C. Croce Testo e regia: Angelo Savelli Scene e costumi: Mirco Rocchi Intepreti: Raffaelle Bettini, Stefano Braschi, Fatima Martins, Giampiero Pizzol, Andrea Soffiantini Tecnici: Sergio Cangini, Stefano Cortesi
Chi è Bertoldo? Non ancora una maschera come Arlecchino e Pulcinella, ma neppure un qualunque personaggio letterario. Diciamo piuttosto che Bertoldo e la tipizzazione culturale del “villano furbo” che non cede a nessun potere e a nessuna omologazione. Ogni popolo ha il suo Bertoldo, il suo eroicomico rappresentante che sta sempre con un piede sulla piazza e uno sul teatro, un piede a corte e un piede nei campi, pronto a ribellarsi e a salvarsi. Cosi, nelle “Sottilissime astuzie di Bertoldo”, Giulio Cesare Croce compie nella cultura emiliano romagnola ciò che Ruzante e Basile portano a compimento nelle rispettive aree veneta e napoletana. Per mettere in scena “Bertoldo” l’autore Angelo Savelli non ha riproposto un ambiente cinquecentesco che avrebbe tolto al personaggio la sua carica attuale e popolare rinchiudendolo in uno sbiadito ritratto d’epoca, ma ha rievocato una Romagna d’anteguerra, zona storico geografica piu accessibile per recuperare una memoria piu fresca del mondo contadino con le sue sagre, i suoi balli, le sue filastrocche.
Lo spettacolo offre al giovane pubblico la possibilità di partecipare ad un evento che ha tutte le caratteristiche della realtà e di essere introdotto in uno spazio-luogo fatto di colori, suoni, natura, oggetti, popolato da uomini e donne che all’artificio del personaggio e all’illusione della fiaba oppongono la freschezza dell’autenticità, nel recupero di una memoria che non è memoria generica di un mondo lontano che confina con la favola, ma è memoria di un passato ancora in grado di dialogare con l’immaginario dei giovani d’oggi. L'impatto realistico dello spettacolo è reso e favorito da una realizzazione scenica semplice e rigorosa al tempo stesso, in cui oggetti e atmosfere, esaltate dal divertimento verbale del dialetto, ci restituiscono gli spazi, le luci e gli accenti di paese, rievocando il fascino di situazioni e tipi resi celebri da grandi artisti come Fellini e Bertolucci. La musica, vera e propria anima dello spettacolo, riproponendo balli, filastrocche e ninnananne, carica di suggestione l’affiorare della memoria. |